Viaggio in Italia con Dante. Da quando esiste il concetto di ” Bel Paese” riferito alla nostra amata Italia? Viaggio in Italia con Dante (la sua personalissima visione dell’ Italia) vuole rispondere a questa ambiziosa domanda. In occasione dei settecento anni dalla morte del poeta infatti (avvenuta nel settembre 1321) Narciso d’Autore introduce un nuovo progetto divulgativo. Cercheremo in diverse tappe di ammirare la bellezza ( e in alcuni casi la dolenza) italica con gli occhi del Sommo. Il ciclo è realizzato seguendo il nuovo progetto del nostro partner, il Festival del Medioevo di Gubbio, quest’anno dedicato a Dante e intitolato: “ Il tempo di Dante, Gubbio 22/26 settembre 2021”
Il bel paese là dove ‘sì suona
Queste le parole subito pronunciate nel canto I dell’Inferno. E suonavano probabilmente con scrosci cristallini anche le acque che si gettavano nei “fori ” che Dante cita con riferimento al suo amato battistero fiorentino: Il ” mio bel San Giovanni” così lo chiamava. Vi era stato battezzato, come il suo antenato Cacciaguida, nel 1266 e fino al suo esilio (avvenuto nell’autunno del 1301) quell’edificio doveva averlo accolto più volte come luogo di osservazione e fascinazione, cantiere in fermento con artisti coordinati da Coppo di Marcovaldo (maestro, tra gli altri, di Cimabue), autori corali dei mosaici della scarsella e della volta realizzati già in parte quando il poeta alzava la testa al cielo e osservava i i gironi che ruotavano attorno alla finestra centrale.

Il restauro del Battistero di Firenze
Da pochi giorni abbiamo ammirato i risultati del complesso cantiere di restauro cominciato già nel 2017 e che ha riportato a bicromie mirabolanti i marmi esterni. L’edificio fondato nell’XI secolo e definito nel secolo successivo viene a essere realizzato probabilmente su un edificio romano del V- VI secolo. Il romanico fiorentino arriva qui a uno dei punti più alti di “classicità ” e rigore proprio nel disegno delle specchiature marmoree esterne e interne. Il battistero ha pianta ottagonale coperta da una vasta cupola a spicchi, non visibile però all’esterno perché è inglobata da un tetto piramidale: questa soluzione esalta ulteriormente il rigore delle forme, conferendo all’edificio la nitidezza di un solido geometrico regolare, tipico del Romanico Fiorentino e diverso dal Romanico Pisano. Le pareti sono esternamente ricoperte da bianco di Carrara e verde di Prato. Nell’interno si stanno conducendo restauri complessi e unici nel loro genere. I mosaici infatti sono sottoposti ad analisi e pulitura attenta. Colori, forme e luce stanno tornando all’effetto originale come se potessimo di nuovo vedere con gli “occhi di Dante”!

Con gli occhi di Dante
Alziamo anche noi, come fece Dante, gli occhi verso la cupola in fase di restauro oggi e alla sua epoca in fase di realizzazione. Osserviamo la rappresentazione del Giudizio Universale: gli angeli con le trombe, le schiere dei beati, la risurrezione di corpi fino alla celebre raffigurazione dell’inferno con Lucifero che azzanna i peccatori. Giulio Ferroni ne “L’Italia di Dante Viaggio nel paese della Commedia” ( Edizioni La Nave di Teseo +, pag 115) così scrive in riferimento al ciclo del battistero fiorentino: “tra tutti i cicli in cui si affacciano figurazioni dell’universo, questo è quello più vicino a Dante, più legato ai suoi giorni e al suo spazio vitale. Lo scatto inventivo del poema sacro , la sua figurazione dell’universo, avrà avuto qui qualche pur parziale e occasionale corrispettivo.”
Come per sostentar solaio o tetto,
per mensola talvolta una figura
si vede giugner le ginocchia al petto,
Sempre il professor Ferroni pare vedere nei telamoni che reggono il Cristo agnello del mosaico una rappresentazione delle cariatidi in pietra evocate da Dante nel Purgatorio (X 130.135) che connotano la pena dei superbi e procedono schiacciati sotto pesanti massi (testo che abbiamo appena riportato nella citazione).
Il bel San Giovanni
Viaggio in Italia con Dante vuole quindi approfondire e esaltare le visioni, i ricordi e le suggestioni che il poeta ebbe nel suo viaggio fisico tra Firenze e i tanti luoghi che visitò ma anche quelli che citò nella Commedia delineando quindi non solo la “nuova lingua italiana” ma anche un’idea di identità nazionale, artistica, geografica e antropologica. Per finire in questo primo nostro viaggio nell’Italia di Dante omaggiamo ancora una volta l’edificio sacro fiorentino riportando i celebri versi dove compare:
…e ne l’antico vostro Batisteo
insieme fui cristiano e Cacciaguida
(Paradiso, XV, 134-135)
Citando i fori (probabilmente le vasche – fonti battesimali) scrive :
Io vidi per le coste e per lo fondo
piena la pietra livida di fori,
d’un largo tutti e ciascun era tondo
Non mi parean men ampi né maggiori
che que ‘ che son nel mio bel San Giovanni,
fatti per loco d’i battezzatori
(Inf. XIX 13-21)
Geniale nei versi appena riportati il confronto tra i fori della bolgia dei simoniaci a quelli battesimali di San Giovanni! Altrettanto affascinante appare rileggere anche gli ultimi versi della Commedia dove nel Paradiso (Par. XXV 1-12) si legge: ” con altra voce ormai, con altro vello /ritornerò poeta, e in sul fonte /del mio battesimo prenderò ‘l cappello“.
Inizia quindi il viaggio con Dante
Abbiamo quindi inaugurato questo nuovo viaggio e la Guida prestigiosa sarà il nostro amato Dante Alighieri. Ci muoveremo là dove lui ha vissuto ma anche là dove lui ha immaginato luoghi, nomi, personaggi. Il nostro tour inizia con Dante quindi. Seguiamolo e vediamo dove ci porterà la prossima volta.
Leonardo Catalano
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