Lock down: lo spettro torna ad aggirarsi sui cieli europei ed italiani. Ed in particolare, in Italia, soprattutto per alcune aree metropolitane, Milano e Napoli in primis. La seconda ondata infatti, a differenza della prima, sembra colpire particolarmente duro nelle grandi aree urbane italiane e i 2 capoluoghi sono le aree demograficamente più dense d’Italia. Dove quindi, considerando anche la mobilità dovuta ai servizi offerte dalle metropoli, il Virus ha più chance di trasmissione.
Ma cosa ci dicono i dati? Purtroppo non sono rassicuranti. Solo ieri, 27 ottobre, la città metropolitana di Milano ha riportato 1.940 nuovi casi, pari ad un incremento del 3,6% rispetto al giorno precedente. La provincia di Monza Brianza, completamente integrata con l’area urbana milanese, di 1.362 casi, con un balzo addirittura del 10,7%. L’area metropolitana di Napoli ha registrato 2.210 nuovi casi con un + 8,4%. Nella stessa giornata in provincia di Bergamo “solo” 93 nuovi casi con un confortante + 0,5%.
E’ chiaro che con questi tassi di progressione giornaliera, che conducono ad un raddoppio dei casi in meno di una settimana, non può reggere nessun sistema di tracciamento e neppure l’apparato sanitario più preparato. Dunque diventa imperativo appiattire la curva del contagio: sin qui tutti d’accordo.
Il problema si complica passando alle misure pratiche. Alcune sono già in essere per i provvedimenti nazionali e regionali. Funzioneranno? Purtroppo la risposta la avremo solo tra una decina di giorni: il tempo che occorre per l’incubazione, l’eventuale comparsa dei sintomi e la loro rilevabilità da parte del sistema. Ecco quindi che, specie per Milano dove la dotazione di posti letto di riserva è ancora buona, si potrebbe attendere.
Ma se il bollettino quotidiano fosse costante o addirittura in peggioramento la nostra capacità di tracciamento perderebbe inevitabilmente ulteriore efficacia: un numero sempre maggiore di asintomatici non sarebbe rintracciato e il Virus avrebbe un’ulteriore accelerazione. Il Visus è come un treno in corsa: una volta partito ci vuole tempo e fatica per arrestarlo.
Non è dunque moltissimo il tempo a disposizione per decidere. E se il contagio in Lombardia è polarizzato a Milano – Monza sembrerebbe ragionevole che le misure prese in città potrebbero essere differenti da quelle corrette per Sondrio. Piuttosto che per Oristano (11 casi in più) o Frosinone (24 casi). Chiaramente un conto è delineare una zona rossa a Codogno oppure a Vo Euganeo, altra cosa sono Milano e Napoli. L’impatto psicologico, economico e sociale è drammaticamente differente. Praticamente incalcolabili i danni.
Ma la mancata chiusura della Val Seriana e all’opposto il lock down delle Regioni del sud di primavera sono li da vedere. Nel primo caso il contagio andò fuori controllo e nel secondo caso, adesso abbiamo l’indagine sierologica e ai dati sulla mortalità elaborati dall’Istat, è evidente che al sud il Virus praticamente non c’era.
In definitiva, volendo scongiurare il lock down completo, quello nazionale di primavera, la probabilità che alcune aree metropolitane siano fermate, Milano e Napoli in testa (sono in sofferenza anche Genova e Roma e subito dopo Torino e Firenze) è purtroppo concreta. Staremo a vedere. Nel frattempo possiamo solo auspicare prudenza e buon senso da parte di cittadini e istituzioni e augurare in bocca al lupo a tutti!
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