Covid 19. Individuato nel 2019, da qui la sigla, ci ha funestato la primavera. Ma adesso che siamo in autunno e il ’21 non è poi così lontano sembra di tornare indietro nel tempo. In circa 2 settimane i numeri in Italia sono letteralmente schizzati e la Lombardia è di nuovo la regione più colpita. Almeno con i numeri assoluti.
E’ possibile fare un confronto con la primavera? Soffermiamoci su alcuni aspetti. Da Febbraio in poi la Lombardia è stata di gran lunga la regione italiana dove il Covid 19 ha morso e ucciso di più. E talvolta sono state coinvolte nel trend anche le provincie confinanti come Piacenza, Parma o il Ticino.
Ieri, 19/10, il rapporto tra nuovi casi positivi e persone testate, un buon indice per stimare la diffusione del contagio, era di circa 17 in Lombardia. Ma di quasi 54 (!) in Valle d’Aosta, 35 in Liguria, 27 in provincia di Trento, 26 in Veneto, 18 in Sicilia. In altri termini la situazione è seria, peggiore della media italiana, ma non troppo. Stavolta il Virus è diffuso in tutto il territorio nazionale e la Lombardia ha molti più casi degli altri solo perché è di gran lunga la regione più popolata d’Italia. La media italiana infatti si attesta a 14,2. Appena più bassa.
Altro dato sempre riferito a ieri: erano occupati in Lombardia da pazienti Covid il 6,6% dei posti totali delle terapie intensive. Questo stesso indice tocca il massimo, oltre il 30%, in Sicilia, il 27% in Sardegna, il 18% in Liguria, il 14% in Umbria, l’11% in Piemonte. E si attesta ai minimi in Calabria con il 3,5% e in Basilicata con un confortante 1,6%. Si capisce quindi che la Regione ha, in media, molta più capacità della media nazionale di resistere alla pressione sanitaria.
Chiudiamo infine con i dati della diffusione del contagio da Covid 19 all’interno delle province lombarde. In primavera ricordiamo tutti i valori drammatici di Bergamo e Brescia. Ma anche della pressione su Cremona e in misura minore di Pavia e Lodi. Milano, Monza Brianza e tutto il nord ovest della regione erano stati relativamente risparmiati.
Ecco invece la fotografia di ieri sintetizzata dalla variazione giornaliera dei casi rispetto al giorno precedente. Indice che ci permette di sterilizzare la diversa demografia. Bergamo +0,1%; Brescia + 0,2%; Cremona +0,7%; Pavia +1%; Lodi +1,2%; Milano + 2,1% Monza + 3% Varese +3,2%. Sembra di vedere una situazione specchiata della diffusione primaverile.
Ma il dato preoccupante è che stavolta è la zona decisamente più urbanizzata della regione quella più coinvolta. Milano, la Brianza e Varese. Con circa 5,5 milioni di persone stiamo parlando dell’area metropolitana più popolosa d’Italia. Ecco perché se si perdesse il controllo di quest’area le conseguenze potrebbero essere davvero pesanti. Da aggiungere che, sfortunatamente, situazioni simili con maggiori concentrazioni si riscontrano nelle aree metropolitane di Torino, Genova Roma, Firenze, Napoli, Bari e Palermo. In tutte queste province la progressione del contagio è più marcata della media nazionale e delle rispettive aree regionali.
In conclusione, solo applicando buon senso e leggendo alcuni numeri, ci sembra di poter dire che in Lombardia la situazione è, al momento, decisamente meno critica. Rispetto alla primavera e rispetto al resto del Paese. Potenzialmente però non possiamo dire altrettanto. Stavolta il Covid 19 è più diffuso nelle aree più densamente popolate e quindi in quelle più fragili. Siamo tutti avvisati.
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