Il Coronavirus è entrato pesantemente nella vita quotidiana milanese. Mai avremmo pensato solo alcuni giorni indietro di dover descrivere la città così “ammaccata”.
La foto è esemplificativa: è stata scattata da noi all’interno di un vagone della Metropolitana durante il giorno: passeggeri meno che dimezzati con ampia disponibilità di posti a sedere quando in genere ci sono pochi spazi…in piedi!
Il fine settimana, il momento peggiore forse, ha visto lunghe code ai supermercati con la corsa all’accaparramento di tutto ciò di cui si potesse fare scorta: acqua, pasta, carne, detersivi ecc. E così domenica e in alcuni casi anche lunedì mattina molti scaffali della Grande Distribuzione apparivano praticamente saccheggiati.
Nelle strade, soprattutto del centro, c’è poco traffico, abbondanza di taxi a disposizione in tutte le piazzole a loro destinate. Il Duomo, i Musei e i cinema sono chiusi. Come pure alcuni uffici pubblici e privati anche per l’implementazione del telelavoro.
La maggioranza delle attività gestite dalla comunità cinese, anche fuori la China Town milanese e anche se non operanti nel campo della ristorazione, sono chiuse. Alle serrande un avviso in cui si afferma che la comunità chiude per contribuire all’arresto del contagio e per aiutare la città in un momento non facile. Contagi che, numeri alla mano, in città sono quasi inesistenti.
Per contro parchi e giardini, specialmente nella periferia e nell’hinterland sono affollati di famiglie con bambini che giocano. Il clima mite (troppo) di questi giorni contribuisce: del resto le scuole di ogni ordine e grado sono chiuse.
Insomma, è triste dirlo, la città non vive nessuna emergenza sanitaria da Coronavirus reale quanto piuttosto una vera emergenza economica: è come se i suoi motori fossero stati spenti gradualmente e adesso si viaggiasse per inerzia.
Quanto durerà tutto questo? Non lo sappiamo ma l’auspicio è che si protragga il meno possibile. Subito dopo aver rivolto un pensiero ai pochissimi colpiti dal Virus e ai molti facenti parte del personale sanitario che stanno davvero sostenendo turni massacranti, dobbiamo prenderci cura di Milano.
Una delle metropoli più dinamiche al mondo non può essere lasciata in agonia un secondo in più rispetto a quanto strettamente necessario. Nel frattempo, su istanza di molti cittadini, delle categorie produttive e probabilmente anche di Palazzo Marino nascono l’hashtag e lo spot #milanononsiferma che si aggiungono a quello #museichiusimuseiaperti.
Nel primo si postano contenuti rispetto alla Milano che non si ferma, di qualunque genere: è la resilienza dei cittadini. Nel secondo si pubblicano pillole contenenti immagini e didascalie di alcune delle opere non visitabili in questi giorni a causa della serrata dei Musei. E’ la resilienza della cultura.
Vi aggiorneremo quanto prima sull’evolversi della situazione con la certezza che rivedremo presto Milano correre, affannarsi e divertirsi come sempre: stateci vicini!
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