Carrà a Palazzo Reale. La biografia

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Carlo Carrà: figlie di Loth

In attesa della grande mostra monografica dedicata all’artista dedichiamo alcuni articoli al  percorso professionale  di Carlo Carrà cominciando con la biografia. 

 

Carlo Carrà nasce in provincia di Alessandria nel 1881. A soli 12 anni diviene decoratore  a Valenza Po e , dal 1895, a Milano. Nel 1899-1900 è a Parigi dove collabora alla decorazione dei padiglioni per la Exposition Universelle .

Importanti i suoi primi approcci alla letteratura con la conoscenza dell’opera di  Baudelaire. La formazione pittorica invece lo orienta allo studio di Delacroix, Manet, Renoir, Cezanne, Pissarro, Sisley, Monet, Gauguin. Nella capitale anglosassone scopre le pitture di Constable e Turner.

A inizio del nuovo secolo torna in Italia e frequenta i corsi dell’Accademia di Brera: la “rivoluzione scientifica” alla base del Neoimpressionismo e della sua versione italiana, il Divisionismo, lo influenza e affascina . Ma presto Carrà conosce Boccioni, Russolo e Marinetti e nel 1910 é tra i firmatari del “Manifesto Futurista”.

Il Cavaliere rosso, detto anche Cavallo e cavaliere, 1913

Durante un viaggio a Parigi nel 1911 conosce direttamente il Cubismo. Nel 1914 torna nella capitale francese dove consolida i rapporti con Apollinaire e Picasso. Nel 1916 Carrà lascia il Futurismo, con dispiacere ma a causa di  “divergenze e incompatibilità di idee”. Si avvicina alle personalità solitarie e dal dna rivoluzionario come Rousseau (con il suo dirompente e struggente Primitivismo), l’arte del Trecento e Quattrocento italiano (Giotto, Paolo Uccello).

Amante dell’ingegnere

1918 anno della Rivoluzione Metafisica. L’incontro con De Chirico stimola questa nuova e originale corrente avanguardistica ove il sogno, l’inconscio e l’imperscrutabile mistero esistenziale incontrano le forme classiche della tradizione artistica greco-mediterranea. Con De Chirico e il fratello, Alberto Savinio, fonda la rivista “Valori Plastici”. Nel 1919, Carrà pubblica il libro Pittura metafisica in cui si allontana dal classicismo ironico di de Chirico, aderendo al “ritorno all’ordine” del dopoguerra.

La sua pittura diviene sempre più essenziale e pregna ricca di solitudini malinconiche e enigmatiche. Carrà entra brevemente a far parte del Realismo Magico. Ma nella seconda metà degli anni venti. irrequieto e camaleontico, fonda lui stesso un orientamento pittorico definito “realismo mitico”. Nel 1933 firma “Il manifesto della pittura murale” di Sironi e per lo più dipinge vedute marine della costa toscana. Nel 1941 viene nominato ordinario di pittura presso l’Accademia di Brera. Morirà a Milano nel 1966.

Foto ritratto di un maturo Carlo Carrà

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